Le strategie di marketing più comuni
Le strategie di marketing dalle più datate alle più recenti e performanti
Le strategie di marketing più utilizzate dai brand più famosi
Il marketing convenzionale, in “punta di piedi” e “non convenzionale”: dall’analisi del brand fino alle tecniche più efficaci e alternative
Quando vuoi vendere il tuo prodotto, come fai?
Fai del tuo business una strategia, o sei un venditore “porta-a-porta”?
On line troverai strategie di vendita e guru che ti dicono che è meglio la “loro” strada piuttosto che quella che stai seguendo.
Vorrei rassicurarti nel dirti che prima di mollare tutto al guru di passaggio o di scaricare mille documenti sul marketing e sulla strategia di vendita… leggi questo articolo e verifica il tuo business: di seguito trovi le diverse strategie di marketing utilizzate dai più grandi brand esistenti e validate dai successi che essi hanno raggiunto all’interno del loro business.
Marketing “tradizionale”
Per promuovere un brand o un prodotto, la prima strategia di marketing che si presenta alla mente è la pubblicità in televisione, sui giornali, alla radio perché è quella a cui sei abituato fin da piccolo.
È il cosiddetto marketing dell’interruzione o interruption marketing, tecnica della grande famiglia dell’outbound marketing, ormai datata e fastidiosa perché, come indica il termine stesso, “interrompe” quello che l’utente stava facendo/guardando/leggendo.
Altre tecniche di interruption marketing altrettanto datate e fastidiose (nonostante ancora utilizzate da alcune agenzie) sono il telemarketing e i call center.
Perché allora, per esempio, in Tv vedi ancora passare pubblicità?
Perché anche lo spot televisivo si è adeguato al contesto; per esempio, durante la partita di calcio dei mondiali le pubblicità che passano sono quelle relative a macchine, beauty, sport, health, spot la cui core area comunicativa è in linea con le persone che sono collegate a vedere la partita e quindi, possibili clienti reali. Non solo: la comunicazione dello spot televisivo è diventata coinvolgente, empatica e fortemente emozionale. Insomma anche bella da vedere.
Quindi a meno che tu non abbia a disposizione un ampio budget per creare pubblicità degne di Cannes … questa strada non è così raccomandabile.
Marketing del consenso
In opposizione all’interruption marketing, Seth Godin introduce il marketing del consenso o permission marketing. Si tratta di una strada molto interessante perché sarà l’utente a scegliere se ricevere notizie, comunicazione, e-mail, aggiornamenti relativi alla tua azienda o ad un prodotto che gli interessa.
La strategia da costruire deve avere allora come scopo quello di indurre l’utente ad accettare volontariamente comunicazioni da parte dell’azienda, perché interessato ai contenuti si dilegua che quest’ultima esprime ed intende condividere.
Ed arriviamo al content marketing ( marketing dei contenuti) : se un brand propone solo una comunicazione uni-direzionale con il solo obiettivo di vendere, l’utente si dilegua (reazione classica davanti al venditore “porta a porta”).
Se, invece, il brand inizia a strutturare la propria comunicazione sviluppando contenuti di qualità, in modo empatico con i proprio possibili clienti allora saranno essi stessi a voler seguire il brand e a voler interagire iscrivendosi alla newsletter, o al canale you tube o ad essere follower sui canali social attivi (chiudendo il cerchio con il permission marketing).
Questo “cerchio” content marketing-permission marketing è complesso perché implica molto lavoro creativo e abili strategie comunicative per attirare gli utenti ..ma sicuramente puoi ottenere ottimi risultati.
Marketing in “punta di piedi”
Marketing del permesso + il content marketing , costituiscono una comunicazione non invasiva, ma non per questo meno efficace. Come teorizzato da Godin, questo tipo di comunicazione gentile funziona di più e meglio rispetto ai messaggi urlati ai quattro venti.
Per visualizzare questa strategia pensa ad un imbuto suddiviso in sezioni. Perché imbuto? Perché all’inizio parli a tanti ,ma, mano a mano che la strategia prende forma, il numero dei destinatari si assottiglia, fino a ridursi sensibilmente : in pochi rimarranno fino alla vendita. Nella parte alta più larga dovrai parlare a più persone possibili (interessate potenzialmente al tuo brand e al tuo prodotto) ed “attirarle” a seguirti e a divenire “spontaneamente” parte della tua fan base.
Qui il tuo pubblico ascolta quello che hai da dire perché è interessato ai tuoi contenuti, perché offri loro notizie interessanti, rubriche tematiche nuove e coinvolgenti. Hai catturato la loro attenzione ma attenzione a parlare di vendita!
Scendiamo nell’imbuto e le persone che prima ti ascoltavano (permission marketing) ed erano interessate a quello che stavi dicendo (content marketing) vengono naturalmente portate a compiere un’azione nei confronti del tuo brand (scaricano una risorsa che hai messo a disposizione, scaricano dal sito il catalogo dei tuoi prodotti, chiedono informazioni sul punto vendita). Hai interessato qualcuno al tuo prodotto perché hai acquisito credibilità. Adesso puoi proporre qualcosa: un sconto, un coupon, un servizio extra sul primo acquisto. Stai ancora offrendo risorse non stai ancora vedendo!
Scendiamo ancora : quei contatti che si sono interessanti e che hanno chiesto lo sconto adesso sono pronti all’acquisto.
Usciamo dall’imbuto e spesso si compie il FATAL ERROR del marketing: una volta avvenuta la vendita… salutiamo il cliente e “tante care cose”. Una volta acquisito il cliente questi va letteralmente “coccolato” perchè lui stesso spontaneamente e in “punta di piedi” diventi il brand Ambassador, lo sponsor, il divulgatore del valore del nostro brand o prodotto. Un cliente che non si sente unico e prezioso ..sono due clienti persi!
Marketing non convenzionale
Per quanto le tecniche di comunicazione canoniche siano efficaci, se ben pensate e costruite, sono piuttosto standardizzate ed il tasso di conversione da utente a cliente è basso rispetto a tecniche di marketing pensate fuori dagli schemi.
Il cambiamento di prospettiva necessario per attivare le tecniche di marketing non convenzionale (che potrai trovare spiegate con esempi pratici nel Podcast in uscita venerdì) è “il marketing non è più per il target , ma è costruito dal target”.
Il consumatore diviene prosumer ( def: Il destinatario di beni e di servizi che non si limita al ruolo passivo di consumatore, ma partecipa attivamente alle diverse fasi del processo produttivo): egli esce dal ruolo passivo di consumatore di beni e fruitore di servizi, ma è partecipe delle diverse fasi del processo produttivo. In sostanza , egli è parte stessa del brand di cui si fa porta voce e in cui si riconosce
Il brand ha quindi il dovere sempre più impellente di ascoltare il proprio pubblico e creare contenuti in linea con gli interessi di questo per generare engagement e coinvolgerlo nella costruzione del brand e dei valori.
Il focus è: come i prodotti possano far vivere determinate esperienze a li acquista.
Da questo concetto chiave prendono forma campagne di marketing coinvolgente in cui il target vive in prima persona ed è il protagonista dell’esperienza.
Ecco alcuni esempi:

Il concorso lanciato da San Carlo che invita i consumatori a creare il proprio gusto di patatine.
Fonte: San Carlo

Iniziativa di unconventional merkting attuata da Coop’s Paints. Fonte: Delnext.com

Una panchina del Madison Square Park di New York privata della seduta e con il logo Nike. L’invito è chiaro: corri.
Le strategie di marketing sono diverse ma tutte hanno al centro l’utente finale e le sue necessità.
Prima di tutto, quindi, pensa al tuo possibile cliente, pensa a quello che gli serve e se fossi tu stesso il “possibile cliente”…come vorresti che un brand si rivolgesse a te?
Sei un creativo, pensi fuori dagli schemi: avventurati nel marketing non convenzionale e fatti vedere.
Se non lo sei, non importa: abbi sempre cura dei tuoi contenuti, del tuo target e usa l’imbuto!